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Il diciottesimo vampiro
Di La Ric (del 27/07/2009 @ 11:46:45, in Libri in pillole, linkato 1588 volte)
Il diciottesimo vampiroIl diciottesimo vampiro
di Claudio Vergnani
 
In questi tempi di vampiri fighetti, sbarluccicanti e belli da togliere il fiato, che sembrano usciti piu' da una copertina di Vogue che non da una bara, (vedi Edward Cullen e successivi epigoni) ecco finalmente dei vampiri che si rispettino.
Jasper Fforde direbbe che sono diversamente etici, io dico che sono degli stronzi, bastardi, figli di puttana e anche brutti, schifosi e repellenti.
Queste le creature contro cui combattono i nostri eori, che in verita' proprio eroi non sono. Sono piu' una manica di sfigati e disadattati. Ammazzare vampiri per loro e' un mestiere come un altro, proprio come lavorare in banca o fare l'operaio dei telefoni. Con la differenza che qui si rischia la vita se non si sta attenti.
Bella l'ambientazione italiana che ci dimostra che non c'e' bisogno di andare in Tansilvania, nella Brughiera scozzese o in posti lontani ed esotici per parlare di vampiri.
La fine mi ha lasciata un po' perplessa ..... ma forse e' il preludio di un seguito, che mi auguro arrivi presto.
Per chi adora l'horror vero, fatto di sesso, sangue e merda ^____^



"...sbarco il lunario uccidendo vampiri. Non è un compito difficile, ed è sempre meglio che lavorare. lo e i miei compagni li distruggiamo durante il giorno, mentre dormono il loro sonno di morte, nascosti nei loro miserabili covi. Non possono reagire. Un paio di colpi di mazzuolo ed è fatta. Forse non è il mestiere più bello del mondo, ma è facile e socialmente utile. Non occorrono coraggio o particolare determinazione. Non serve essere animati dal sacro fuoco della giustizia. Serve solo un po' di pratica e tanta disperazione. Per certi versi è come la disinfestazione di topi o insetti: fai quello che devi fare, sopportando il disgusto, e poi te ne torni a casa. Sempre che non si finisca per esagerare, per passare la misura. Il problema è che non sapevo che esistesse un confine. L'ho saputo solo dopo averlo oltrepassato. E, a quel punto, tornare indietro non era più possibile..."